Nessuna impresa può permettersi d’ignorare gli effetti legati ai cambiamenti climatici in relazione al mercato nel quale opera ed al proprio futuro.
I rischi legati al climate change sono quotidianamente sotto i nostri occhi e condizionano inevitabilmente territori, imprese, catene di fornitura fino alle scelte dei consumatori finali.
Non solo le grandi multinazionali ma anche le PMI devono disporre di una visione degli scenari che si prospettano ed adottare modelli di business sempre più trasparenti e sostenibili in grado di ottimizzare gli investimenti, attrarne di nuovi e garantire una sopravvivenza in un mercato in pieno cambiamento.
Secondo la ricerca rappresentata dal Climate Stress Test realizzata dalla BCE in cui si analizzano diversi scenari critici, quello peggiore sotto ogni punto di vista è rappresentato dallo scenario denominato “hot house” o serra. In quest’ultimo viene evidenziato uno scarso impegno in termini di lotta al climate change che provocherebbe un forte aumento dei rischi climatici con un impatto diretto sui rischi di default di molte imprese.
Il Mercato volontario del carbonio, un’oppotunità anche per le PMI
Il Mercato Volontario del Carbonio (Voluntary Carbon Market – VCM) disciplinato dall’Accordo di Parigi rappresenta un meccanismo cruciale nello sforzo globale contro il cambiamento climatico, consentendo ad aziende e privati di acquistare crediti di carbonio per compensare le proprie emissioni.
Il VCM non è solo un meccanismo di mercato ma una via essenziale per riconoscere ed assumersi la responsabilità delle emissioni di carbonio, visto che l’impatto zero non esiste. Prossimamente, infatti, anche le aziende di dimensioni più piccole saranno obbligate per legge a rendicontare e compensare/evitare le proprie emissioni ed il carbon trading rappresenta uno strumento interessante da integrare nelle strategie di sostenibilità.
Il Mercato Volontario del Carbonio VCM possiamo immaginarlo come una grande piattaforma in cui aziende, organizzazioni ed individui possono compensare volontariamente le proprie emissioni di carbonio acquistando crediti di carbonio (Carbon Credits – Cc). Ogni credito di carbonio rappresenta la rimozione dall’atmosfera o la possibilità di evitare la produzione di emissioni per una tonnellata metrica di anidride carbonica equivalente (t/CO2e)
Nel caso del VCM, i crediti sono generati da una serie di progetti di compensazione del carbonio, come la riforestazione, l’energia rinnovabile o le iniziative comunitarie nei Paesi in via di Sviluppo.
Il VCM comprende inoltre una moltitudine di soggetti ed intermediari che ne regolano il funzionamento e creano standards per i crediti da emettere (come il Verified Carbon Standard o il Gold Standard) ed auditor che controllano la validità dei crediti emessi.
Questi ultimi garantiscono che le riduzioni di carbonio siano reali, quantificabili, permanenti e soprattutto addizionali. È bene ricordare che questi enti operano secondo linee guida stabilite da framworks internazionali come la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e l’International Carbon Reduction and offset Alliance (ICROA).
Per semplicità possiamo considerare i crediti di carbonio (CC) come una ricompensa ottenuta dopo la convalida e la verifica del progetto che li ha generati.
Infine, successivamente al loro utilizzo (acquisto) per compensare le emissioni, i crediti vengono ritirati dal mercato per evitare qualsiasi fenomeno di double counting (doppio conteggio). Il ritiro avviene in maniera pubblica attraverso lo storno dei crediti dai registri accessibili al pubblico garantendo trasparenza e veridicità al processo.
È indispensabile per questo acquistare solo crediti di carbonio di qualità e certificati, in caso contrario si commette Greenwashing con conseguente pericolo di danno economico e reputazionale.
L’importanza del consulente della sostenibilità
In questo nuovo quadro economico emerge la figura del Sustainability Manager come partner essenziale per la determinazione delle nuove strategie di sostenibilità non solo in termini logistici ed economici ma anche per aiutare le imprese nel difficile compito di adeguamento ai sempre più stringenti parametri ESG & CSR e di rendicontazione Non-finanziaria.
Quello verso la sostenibilità è un percorso che può durare anni ed investimenti ma è essenziale ed imprescindibile iniziare a tracciarlo quanto prima soprattutto per le imprese che vogliono sopravvivere ed essere protagoniste nel mercato del futuro.
In Italia ancora si registrano notevoli ritardi in ambito PMI, dovuti ad una scarsa sensibilità ed attenzione preventiva verso le tematiche della sostenibilità che diventa effettiva solo quando le normative nazionali ed internazionali iniziano a piantare i paletti e definire gli obblighi legali.
Dare avvio in tranquillità ad un processo d’analisi, adeguamento e controllo – quando ancora l’impresa può agire su base volontaria – rappresenta un valore aggiunto che contribuirà a blindare il patrimonio aziendale.
Spesso dimentichiamo che il fattore ambientale rappresenta la base della piramide economica formata dai tre livelli: Ambientale – Sociale e Sistema di Governo (ESG)